Punto sul campionato D.N.A. Gold (15° giornata)

Dopo aver riacciuffato una partita che sembrava essersi messa male, la Manital Torino ha visto per due volte la vittoria a portata di mano… In entrambe le occasioni, però, ci ha pensato Lowery a tirare fuori dal cilindro due canestri che sono valsi il primo e il secondo tempo supplementare. A quel punto la maggior lucidità della Lighthouse Trapani ha avuto la meglio, al termine di una “maratona” che ha premiato chi ha sbagliato di meno, soprattutto nei momenti decisivi. Il finale dice 102-96. Una sconfitta che brucia per i gialloblù, che a fronte dei risultati degli altri campi avevano dinanzi a loro due possibili scenari: agganciare Trento in vetta alla classifica e saltare il primo turno di Coppa Italia qualificandosi come seconda (in questo caso, nell’ordine, sarebbero passate anche Veroli e Capo d’Orlando, con Biella out); venire risucchiata nel gruppone delle seconde a quota 20, con Biella seconda, Capo d’Orlando terza, Torino quarta, Veroli quinta e fuori dalla Final Six. È andata proprio così.

Il basket è questo. Una domenica i momenti cruciali ti sorridono, com’era capitato di recente contro Brescia e Casale, altre volte no. Sulla vittoria di Trapani non c’è comunque nulla da eccepire. I siciliani sono stati bravi a sopperire ad un tasso tecnico inferiore sfoderando una prova di squadra tutta cuore e determinazione. Non lo stesso si può dire dei gialloblù: anche Torino non si è risparmiata e ha lottato fino alla fine, ma ancora una volta ha dovuto far leva sulle grandi individualità di cui dispone per sopperire ad un gioco di squadra che fatica a venire fuori. I due americani Steele e Bowers sono apparsi ancora piuttosto in ombra: il loro inserimento nei meccanismi di gioco si sta rivelando più difficoltoso del previsto e questo logicamente incide non poco sugli equilibri di una squadra che, dopo i noti problemi di infermeria, è come se a inizio dicembre si fosse vista costretta a ricominciare tutto daccapo.

A prendere per mano la Manital sono stati così un Amoroso in serata di grazia (27 punti, 7/13 da tre punti, 8 rimbalzi e 29 di valutazione) e capitan Evangelisti, che dopo essere stato osannato e premiato dal pubblico trapanese ha sfoderato la classica “partita dell’ex” (17 punti), ben assistiti da Mancinelli (15) e Gergati (13). Alla lunga i tanti errori commessi si sono però rivelati determinanti. Vedi la lunga sfilza di tiri liberi sbagliati nelle fasi decisive e il mancato fallo al termine del primo supplementare, quando in 4”, sull’85-88 per la Manital, Lowery è riuscito a piazzare la bomba del nuovo pareggio. Alla lunga sono stati proprio i due Usa trapanesi Lowery (15) e Parker (24) a fare la differenza, decisivi anche i due lunghi Baldassarre (20) e Renzi (15), che hanno consentito a Trapani di vincere il duello a rimbalzo (40-32) complici anche i problemi di falli con cui Wojciechowski ha dovuto fare i conti fin dall’inizio. Il PalAuriga di Trapani si conferma dunque un fortino: al termine del girone d’andata 7 vittorie e una sola sconfitta per la Lighthouse, che dopo un periodo difficile rilancia le proprie ambizioni in chiave playoff agguantando Barcellona e Verona a quota 16. Al giro di boa, Torino nel complesso può comunque ritenersi soddisfatta del proprio cammino, visti i grossi problemi di infortuni incontrati: 10 vinte, 5 perse e qualificazione alla Final Six, dove al primo turno se la vedrà con la Mobyt Ferrara (1ª in Silver) e, in caso di vittoria, troverà in semifinale l’Aquila Basket Trento campione d’inverno.

AL GIRO DI BOA

Ora che tutte hanno giocato almeno una volta contro tutte, proviamo a tracciare qualche bilancio e a fare il classico giochino di metà stagione. Se il campionato finisse oggi, Forlì e Imola retrocederebbero in Silver, Ferrara sarebbe promossa in Gold, Firenze, Reggio Calabria e Bari scenderebbero in DnB. I due tabelloni playoff sarebbero così composti: in Gold, per il grande salto in Serie A, avremmo Trento-Ferrara e Torino-Veroli nella parte alta, Biella-Verona e Capo d’Orlando-Brescia nella parte bassa; in Silver, per la promozione in Gold, nell’ordine Agrigento-Treviglio, Ravenna-Matera, Lucca-Casalpusterlengo e Omegna-Roseto.

Non c’è dubbio che Trento, essendo la formazione sin qui rimasta più a lungo in vetta, abbia vinto con merito il titolo di campione d’inverno, ma ora più che mai i ragazzi di Buscaglia sentono il fiato sul collo delle dirette inseguitrici, in una classifica che a metà regular season è lo specchio di quanto combattuto ed equilibrato sia questo primo campionato in versione Gold: in un fazzoletto di soli otto punti sono racchiuse ben 10 squadre, tutte potenzialmente attrezzate per ambire ai playoff. Soltanto sette di queste accederanno però alla post-season: a oggi resterebbero fuori dai giochi nientemeno che la Sigma Barcellona, data da tutti come la favorita numero uno a inizio stagione, e l’Expert Napoli, altra grande delusione di questa prima metà di stagione, attardata di 4 punti sulla zona playoff. Se pensiamo ai pronostici di settembre, a oggi le due “intruse” (passateci il termine) rimangono Biella e Veroli, ma ad entrambe l’appellativo di “squadre-rivelazione” va ormai alquanto stretto. Chi pensava che quello di Angelico e Gzc sarebbe stato un “fuoco di paglia” ha dovuto ricredersi: ovvio che tutto può ancora succedere, ma 15 giornate sono un tempo sufficiente per poter dire che entrambe hanno tutti i mezzi per giocarsi fino alla fine l’ingresso nei playoff, e le loro ultime vittorie contro la capolista Trento (76-74) e Barcellona in terra siciliana (82-95) ne sono l’ennesima dimostrazione. In prospettiva Coppa Italia, Biella aveva il calendario più difficile di tutte (Verona fuori e Trento in casa) ed è riuscita a fare l’en plein sovvertendo i pronostici e qualificandosi addirittura come seconda; Veroli, alla quarta vittoria consecutiva, è stata invece beffata dalla classifica avulsa, ma ciò non toglie l’enorme valore del campionato sin qui disputato dai ragazzi di Ramondino, partiti a fari spenti e scopertisi strada facendo squadra dal gioco semplice ma efficacissimo.

Nell’ammucchiata a quota 20 c’è anche l’Upea Capo d’Orlando, vittoriosa 72-84 a Imola contro un’Aget Service che in questo scorcio finale di girone d’andata sta provando a gettare le basi per una riscossa che appare comunque molto difficile: dopo fior di trentelli subiti, il ritorno in campo di Esposito (14) sembra se non altro aver dato una “botta di vita” ai romagnoli che perso Verri, finito alla Fortitudo in DnB non senza polemiche, hanno virato su Armando Iannone per rinforzare il roster in ottica salvezza. Dietro alle quattro seconde rispunta solitaria la Centrale del Latte Brescia, che dopo un periodo di appannamento è tornata a vincere asfaltando 94-75 il Credito di Romagna Forlì. Alle sue spalle, a 16 punti, un altro trio: Verona, Barcellona e Trapani. Se i granata possono dirsi più che soddisfatti, inutile dire che da Tezenis e Sigma ci si aspettava molto di più: nulla è compromesso, ma le rispettive dirigenze non avevano certo messo in bilancio un girone d’andata con 8 vinte e 7 perse. Verona ha perso di misura a Ferentino (83-81) dopo aver condotto per lunghi tratti. Barcellona chiude con un record casalingo di 4 vinte e 4 perse: il PalAlberti è uno dei campi più violati dopo Imola (6), Trieste (6) e alla pari di Ferentino (4). Finora, guardando le sette squadre che oggi accederebbero ai playoff, i giallorossi hanno ceduto a tutte tranne che a Biella. Insomma, hanno perso praticamente tutti gli scontri diretti: non proprio un segnale incoraggiante per chi era partito con dichiarate ambizioni di puntare al massimo.

Non se la passa troppo meglio l’Expert Napoli, data a inizio stagione tra le squadre di prima fascia ma ancora invischiata nei bassifondi, a metà strada tra zona retrocessione e zona playoff. Anche dai partenopei ci si aspettava qualcosa di più: dopo la leggera ripresa di qualche settimana fa, il quintetto di Cavina ha ripreso a collezionare passi falsi perdendo anche a Jesi dalla Fileni BpA (73-64), che ora ha agganciato l’Expert a quota 12 insieme a Ferentino, altra formazione partita con ambizioni playoff e da cui era lecito aspettarsi qualcosa di più, anche se i tanti infortuni hanno indubbiamente condizionato il cammino dei ciociari. A conti fatti, la vera sorpresa di questo girone d’andata si chiama comunque Novipiù Casale: dopo un avvio molto difficile, i rossoblù hanno messo insieme cinque vittorie nelle ultime sei uscite che potevano essere anche sei su sei, se Mancinelli non avesse infilato la bomba da metà campo nel derby giocato il 15 dicembre scorso al PalaRuffini. L’ultimo successo è arrivato domenica a Trieste per 62-66. Casale scollina dunque a sei lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione e a soli due punti dalla zona playoff, candidandosi al ruolo di pericolosa “mina vagante” nella lotta per il settimo posto. Trieste, invece, continua il suo pazzo campionato: quattro dei cinque successi ottenuti sono arrivati contro formazioni di prima fascia come Capo d’Orlando, Torino, Verona e Barcellona, con tre vittorie in trasferta e soltanto due in casa. Forlì (stesso numero di vittorie, ma 2 punti di penalizzazione) è sempre lì a soffiarle sul collo e se queste sono le premesse, c’è da aspettarsi una lotta-salvezza palpitante fino all’ultima giornata.

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