Punto sul campionato D.N.A. Gold (17° giornata)

Brutta sconfitta, brutta prestazione. Forse la peggiore fino a questo momento, anche perché mentre in altre occasioni il talento e le individualità dei gialloblù erano comunque riusciti a condurre Torino alla vittoria, stavolta le cose sono andate diversamente… La Manital ritorna da Jesi con una sconfitta (85-75) che suona come un preoccupante campanello d’allarme. Più per l’approccio e per il gioco, a dir la verità, che non in senso assoluto. Fin qui, infatti, sarebbe ingeneroso parlare di bilancio stagionale negativo, soprattutto alla luce dei problemi di infermeria vissuti dalla Pms: con 5 vinte nelle ultime 7 uscite non si può certo parlare di crisi. Certo è che ci vuole ben altro per puntare davvero in alto.

Sembrano lontani i tempi di inizio stagione, quando il più delle volte l’avvio era arrembante e il terzo quarto rappresentava il tallone d’Achille dei gialloblù. Domenica al PalaTriccoli l’approccio è stato lo stesso della gara con Ferentino: pronti via e Jesi vola sul 21-6, prima di un timido tentativo di rimonta sul 29-19 di fine primo quarto. Per il resto, con estrema fatica, Torino è riuscita a riportarsi fino al -5, ma senza mai dare la sensazione di poter ribaltare il match, complice anche una Fileni BpA in serata di grazia, trascinata da Maggioli (30) e dall’americano Goldwire (15) prima dell’uscita per infortunio. La difesa di manica larga dei gialloblù si è rivelata ancora una volta un fattore determinante, a cui si è aggiunta l’espulsione di Mancinelli per un doppio tecnico provocato da una contestata infrazione di passi. Insomma, siamo alle solite.

La Manital rimane un cantiere aperto, ma sette giornate con il roster praticamente al completo e senza nessun significativo passo avanti a livello di gioco di squadra iniziano a diventare un problema. Da quando Mancinelli e i due americani Steele e Bowers sono entrati stabilmente in quintetto, soltanto nella vittoria esterna contro Barcellona si è vista una reale dimostrazione di cosa può diventare questa Pms. Da allora, pur con due vittorie e due sconfitte di mezzo, è stato un continuo marciare come i gamberi. Nonostante tutto, la classifica vede Torino al terzo posto con Veroli, a -4 dalla capolista Trento. I momenti difficili possono capitare, vero, ma ora tutto l’ambiente si aspetta una reazione. Anche d’orgoglio.

Proprio l’Aquila Basket (Pascolo 16) ha messo a segno un altro bel colpo sul parquet della Centrale del Latte Brescia, vincendo in volata 70-71 e vendicando il ko interno dell’andata, senza però riuscire a ribaltare la differenza canestri nello scontro diretto: è vero che al momento le distanze tra le due squadre sono lievitate a 8 punti, ma la Leonessa, ora al limite della zona playoff, rimane una squadra che ha tutte le carte in regola per riaffacciarsi nelle posizioni di vertice. A tallonare Trento è rimasta soltanto l’Upea Capo d’Orlando, unica vittoriosa nel gruppo delle seconde: i paladini (Mays 22, Nicevic 21) hanno portato a casa l’altro big-match di giornata sbancando 82-93 il parquet di Biella, dove finora aveva vinto soltanto Veroli, e assicurandosi anche lo scontro diretto in caso di arrivo alla pari. Due punti pesanti per gli uomini di Pozzecco, più che mai decisi a sferrare l’attacco al primo posto: per l’Angelico, ora quinta con 20 punti, è il secondo ko di fila, una spia rossa che non inficia comunque l’ottimo campionato sin qui disputato dai rossoblù. Si interrompe invece la striscia di cinque vittorie consecutive della Gzc Veroli, battuta 69-64 a Napoli dall’Expert (Weaver 20) che grazie all’entusiasmante rimonta del secondo tempo inaugura con una vittoria il nuovo corso guidato da coach Massimo Bianchi, allontanandosi dalle sabbie mobili e recuperando due punti sulla zona playoff.

Chi continua a sorprendere è invece la Lighthouse Trapani, che trascinata da una super Renzi (28) liquida agevolmente 94-77 il Credito di Romagna Forlì e agguanta Biella a quota 20, consolidando la sua posizione playoff: vero che in questo inizio di girone di ritorno i granata hanno avuto un calendario in discesa, affrontando le ultime due della classe, ma il sesto posto rappresenta sicuramente un risultato al di là di ogni più rosea previsione. Prosegue anche il momento d’oro della Novipiù Casale (Cutolo 17), che torna a sorridere superando un’altra candidata ai playoff come la Tezenis Verona (73-64). La Junior Libertas si riporta così a sole due lunghezze da un trio che mai, solo tre mesi fa, avrebbe immaginato di vedere così da vicino: Barcellona, Brescia e Verona, ora appaiate a quota 18 nella zona border-line tra playoff e salvezza.

Proprio la Sigma è incappata in una nuova, pesante sconfitta (105-87) in casa della Fmc Ferentino (Bucci 28, Pierich 23), tanto da convincere il patron Bonina a dare l’ennesima sferzata ai suoi: Ugo Ducarello, che un mese fa aveva raccolto il testimone dell’esonerato Giovanni Perdichizzi, torna a fare il vice niente meno che di Marco Calvani, finalista scudetto lo scorso anno con l’Acea Roma, chiamato dalla dirigenza giallorossa per risollevare le sorti della “corazzata” di inizio stagione, sin qui ben al di sotto delle attese con 9 vinte e 8 perse. Un colpo grosso in grado, almeno sulla carta, di dare una scossa a tutto l’ambiente e di rilanciare le quotazioni della Sigma in chiave promozione. In coda la Pallacanestro Trieste passeggia sull’Aget Service Imola 89-59, tornando a vincere dopo cinque ko e staccando Forlì di due lunghezze: spumeggiante l’esordio di Brandon Wood, autore di 31 punti. Per i romagnoli, privi di Esposito, è il “de profundis”: vincere significava per lo meno alimentare la fiammella della speranza e ridurre il gap dalla zona salvezza a -6, ora invece il divario è di 10 lunghezze. Manca solo più la matematica per decretare una retrocessione ormai scritta nel destino.

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