Punto sul Campionato D.N.A. Gold (22° giornata)

Chi si aspettava una gustoso aperitivo playoff non può essere rimasto deluso, al di là di chi poi ha vinto (Capo d’Orlando) e ha perso (Torino)… Il finale dice 78-73 per l’Upea sulla Manital: un match palpitante, tirato fino all’ultimo, deciso a conti fatti da un fischio arbitrale e quindi segnato da un’immancabile coda velenosa, come si conviene per partite di questo calibro. La pentola a pressione è esplosa quando a 4” dalla sirena, sul 74-73 Upea, Steele si è visto fischiare una contestata infrazione di passi mentre stava impostando l’ultimo, decisivo attacco: difficile dire se fosse davvero passi o se nella scivolata del play gialloblù (recuperato in extremis dopo l’infortunio) ci fosse lo zampino di Soragna. Fatto sta che la palla è tornata nelle mani di Capo d’Orlando, ma mentre Pillastrini si affannava a chiedere agli arbitri da che lato del campo sarebbe stata la rimessa dopo il suo time-out, gli arbitri stessi hanno pensato che il coach torinese li stesse mandando a stendere. Morale: fallo tecnico, il Pilla imbufalito entra in campo, getta gli occhiali sul parquet e inveisce contro la terna che, per tutta risposta, lo espelle.

Un vero peccato che una partita come questa sia finita così, senza nulla togliere ai meriti di un’Upea che ha meritato di vincere per il modo in cui ha saputo crederci anche quando Torino sembrava avere in mano le redini del match. Per la Manital non è comunque una domenica da buttare. Resta l’amarezza di non essere riusciti a strappare due punti che per lunghi tratti i gialloblù hanno dato l’impressione di poter portare a casa (massimo vantaggio +10). Per almeno 25’ Torino è stata superiore, dimostrando fisicità e solidità al cospetto di un’Orlandina spenta e pasticciona. A trascinare la Pms nella prima parte della gara è stato ancora una volta un monumentale Amoroso (24 punti, 4/7 da tre, 5 rimbalzi e 26 di valutazione): proprio la sua temporanea uscita per quattro falli è coincisa con l’inizio della remuntada paladina, culminata in un ultimo quarto in cui l’Upea, nonostante i problemi di falli di Nicevic (18 punti come Soragna), si è rimessa pian piano in carreggiata facendo fruttare alla grande il “quintetto piccolo” schierato da coach Pozzecco.

Al di là del finale amaro, per Torino le indicazioni positive non mancano, anche se le prestazioni opache di Bowers, Evangelisti e Wojciechowski hanno indubbiamente pesato. In caso di vittoria, Torino avrebbe messo tra sé e Capo d’Orlando ben 4 punti, così invece le due squadre sono nuovamente appaiate con due punti di ritardo su Trento e quattro di vantaggio sul trio Barcellona-Verona-Biella. Di per sé la sconfitta non pregiudica nulla per la Manital, ma è evidente che per l’Upea le due entusiasmanti vittorie casalinghe in rimonta prima contro Barcellona e poi con Torino rappresentano un’iniezione di fiducia formidabile. Tanto più che, come contro i cugini, anche con la Pms l’Orlandina può ora vantare un 2-0 nello scontro diretto che già adesso pesa come un macigno: questo significa che se Torino vorrà terminare la regular season davanti a Capo d’Orlando per assicurarsi l’eventuale bella al Ruffini in caso di sfida playoff, dovrà obbligatoriamente vincere una partita in più e dando un’occhiata alle restanti otto giornate l’Upea ha certamente un calendario sulla carta più favorevole. Poi per carità, tutto può ancora succedere: l’equilibrio di questa Adecco Gold insegna che di partite facili, Imola a parte (con tutto il rispetto), non ce ne sono.

Intanto lassù, di nuovo da sola, continua a volare l’Aquila Basket Trento (Baldi Rossi 22), che ha scacciato i fantasmi di un apparente calo di prestazioni sbancando Napoli per 57-70: una vittoria d’autorità, mai in discussione, che ancora una volta rilancia le quotazioni dei bianconeri tarpando invece le ali alla rimonta playoff dei partenopei, al secondo stop di fila e sempre a 4 punti dal settimo posto. Nel terzetto all’inseguimento delle tre fuggitive, spicca la vittoria con cui l’Angelico Biella (Voskuil 25) ha asfaltato 86-63 la Centrale del Latte Brescia: la certificazione che i lanieri sono nuovamente lanciatissimi verso la conquista di un posto playoff, mentre per la Leonessa è ormai crisi nera (appena 3 vittorie nelle ultime 10 partite). Il caso Martelossi di due settimane fa, con la successiva assunzione di responsabilità da parte dei giocatori, sembra non aver prodotto alcun effetto, se non quello di destabilizzare ulteriormente un ambiente già in ebollizione: Brescia, ora agganciata da Casale e Ferentino, rimane a -2 dalla zona playoff, ma di questo passo diventa difficile ipotizzare un suo reinserimento.

Insieme a Biella, l’altra squadra in grande ascesa è la Tezenis Verona, alla terzo successo di fila. Dopo aver steso due delle tre fuggitive, la Scaligera ha trovato dall’insidiosa trasferta di Forlì le conferme che cercava. Vittoria per 62-67 (Ferguson 20, Smith 15) e passo spedito nella lotta per il quarto posto, anche se il gap sull’ottavo rimane per ora solo di due lunghezze. Per il Credito di Romagna, alla quarta sconfitta consecutiva, è invece un ko che brucia: dopo una lenta e faticosissima rimonta, ora il distacco dalla coppia Trieste-Jesi è salito nuovamente a quattro punti e non sarà facile recuperare. Tutto facile invece, come da pronostico, per Barcellona, che in due settimane ha potuto riscattare il bruciante ko nel derby con Capo d’Orlando sfruttando un calendario agevole: prima Forlì e ora Imola per 60-81 (Young 20). Dalle prossime sfide, certamente più probanti, si vedrà se la Sigma è davvero tornata e se riuscirà a insidiare le tre battistrada in ottica griglia playoff.

La sorpresa di giornata arriva invece da Frosinone dove la Fmc Ferentino (Green 20, Bucci 17) ha fatto il colpaccio in casa della Gzc Veroli (71-75), conquistando anche un preziosissimo 2-0 nello scontro diretto. Preziosissimo perché ora i granata sono soltanto a due lunghezze dai giallorossi, al quarto stop nelle ultime cinque partite. La Fmc scaccia dunque nel migliore dei modi i fantasmi della partita persa al fotofinish con Biella, mantenendosi a stretto contatto con la zona playoff. E senza quell’incredibile ko, ora la rimonta sarebbe ancora più alla portata. L’ultimo posto playoff è adesso conteso tra la stessa Veroli e Trapani, sconfitta a Trieste (Ruzzier 16, Harris e Tonut 15) per 81-74: i siciliani si confermano allergici alle trasferte, mentre i giuliani, che sembrano aver trovato continuità in casa, mettono a segno un bel colpo in ottica salvezza. Chi non molla nella sua rincorsa alla zona playoff è la Novipiù Casale (Jackson 23, Cutolo 20), capace di sbancare 75-77 anche il fortino di Jesi, a cui non sono bastati i 33 punti di Maggioli. Ora la Fileni BpA attende di ritrovare Goldwire e Mason Rocca e di rivedere l’Hoover (7) dei bei tempi, tornato nelle Marche dopo essere stato lasciato libero da Trieste che al suo posto ha tesserato definitivamente Wood (8).

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