Sat 5 Pari-Banca del Piemontes Casale 57-54, 5 Pari campione regionale Under 17!!!

Non lo sanno, ancora. Probabilmente. I ragazzi che si ammassano l’uno sull’altro in mezzo al campo e mescolano sudore, lacrime di gioia, urla, sorrisi. Emozioni. Non lo sanno che questo momento resterà nel cassetto dei ricordi buoni tutta la vita. Magari riaffiorerà in certi momenti un po’ così. Quando hai bisogno di qualcosa di bello cui aggrapparti. Forse lo immaginano, ma non lo sanno. Nemmeno Filo, l’amico che tutti hanno cercato al suono della sirena e lui piange. E piange. Per noi che siamo lì a guardare, ugualmente emozionati e anzi storditi e inebriati da tanta gioia, l’immagine più bella è paradossalmente quella complessiva. La partecipazione che c’è stata e c’è intorno. Anche. I compagni della stagione, non convocati all’ultimo atto, ma praticamente tutti presenti a celebrare uniti, gli amici che in passato hanno giocato con loro e che dividono pomeriggi e sere. Persino coach del passato. Le ragazzine. Tutti per vivere, condividere un momento. E’ questa, una squadra, un gruppo, una società che si è fatta comunità. Lo sanno, invece, i “vecchi” che questa sera resterà dentro. Vittorio Boffito, il coach con l’espressione fissa della serenità trovata, la maglietta verde sudata da strizzare, manco avesse giocato pure lui; e Lorenzo Balma, l’assistente più vincente che ci sia, che ride e ride; e Carlo Riccardi uno dei progettisti di questa avventura a lieto fine. Attonito. Lo sanno tutti i dirigenti sugli spalti, a cominciare dagli imprescindibili Fabrizio Regruto e Annalisa Pesando che non la smettono di vincere. Lo sa Sabrina Lafratta, sempre presente, puntuale, attenta, con un occhio o una parola, un sms per tutti.

Ma questo è soltanto il flash finale, la collina della gioia e tutto quanto gira intorno. L’ultimo capitolo dell’impresa è esattamente come potevamo prevederlo nell’imprevedibilità di questo gioco meraviglioso. Partita da brutti sporchi e stavolta però non cattivi, bensì in cerca di controllo. Partita di errori e nefandezze assortite. A chi ha più voglia di prendersi il titolo. E meno paura, di vincere e/o di perdere, fate voi ché intanto i timori alla fine si confondono. La certezza è che queste partite di solito vivono di lampi e parziali, su un elastico che si chiude in equilibrio. Questione di dettagli, dell’ultimo tiro. Appunto.

Non a caso la 5 Pari esce dai blocchi di partenza più decisa, propositiva, lucida e prorompente. Trabaldo, l’elemento necessario contro la pressione della Junior Casale, sprinta, la difesa aggredisce e recupera palloni, Vacchieri è un fattore. Già che c’è, mette pure una tripla di sogno. Barresi segna il primo cesto, tanto che sembrerebbe di potersi affidare al suo talento esplosivo come al solito. O al tiro e alla fantasia di Ferrara. Sembrerebbe, già. Ma il capitolo finale deve sorprendere, altrimenti che storia sarebbe. E allora vediamo Toure saltare, andare a rimbalzo con tutto l’atletismo disponibile. Vediamo Ali segnare, sempre (alla fine 4-4). E’ 20-9, bene. Ma non benissimo il secondo parziale, allorquando Casale si desta attorno al piccolo computer in sala comandi (capitan Calvo, n. 10). Che trova il muscolare Giromini e Poletti ad aiutarlo. Dopo 5′ è già 21-18. La zona avversaria è un rebus, ti intrappola in qualche angolo se non sei lucido. La tripla di Migliori, entrato senza tentennare, sblocca la squadra. Non è che ora si segni, ma perlomeno si tiene, ci si arrocca sulla difesa fatta pure di aiuti e dell’energia di Trabaldo e Irrera e sui tiri sbilenchi altrui. E dopo l’intervallo lungo la squadra c’è di nuovo. Intanto perché adesso Balma si è destato e oltre ai colpi prende anche falli e li trasforma in tiri liberi segnati. La difesa è nel momento migliore, concede 8 punti in 10′. A punteggio basso, in una partita fisica e di nervi il 38-27 del 25′ e il 46-35 dell’ultima pausa sembrerebbero rassicurare. Anche perché tutti i lunghi stavolta ci danno. E come loro Lepore lotta, Riccardi morde nei pochi minuti.

Mai fidarsi dell’apparenza, possono affiorare sempre fantasmi. Barresi litiga con il canestro, forse perché cerca di stare nello spartito. Ma quello non c’entra quando sei ai tiri liberi. Tu contro te stesso. Ferrara evapora e infatti Boffito decide di farne a meno. Ma Giorgio contribuirà dalla panchina, sostenendo e consigliando. I ragazzi non segnano più. Perdono anche palloni banali. A un certo punto si è 0-8 ai liberi. Calvo ora non dirige soltanto, si carica la Junior sulle spalle, segna. Ma Casale commette l’errore di fare fallo su Filo Balma. La sua mano non trema, la sua mano pare quella di Ciccio Della Fiori a Montreal ’76. Anzi, Filo fa meglio perché chiuderà sì con il 100% dalla lunetta, ma su 11 tentativi contro i 10 del record azzurro. Eppoi l’attimo, la fotografia di una stagione. Filo si alza dai tre punti. Cesto e fallo. La panchina esplode, non trattiene la gioia. Ali entra in campo, dimenticando le regole. fallo tecnico. Non è ancora chiusa. Ma Casale sbaglia, dapprima con Giromini che ruba palla di pura energia e però non pensa sia meglio affidarsi al capitano, corre una corsia che lo porta fuori campo. Poi due tiri sul palo, pardon ferro, uno nemmeno brutto, mentre tutti i 5 pari soffiano con la loro… E’ finita, è festa. Di tutti, ché bisognerebbe citarli. Perché questa è vittoria di squadra, basti pensare che due dei tre realizzatori in gara-2 sono stati tenuti a 6 punti complessivi. Allora ti ricordi dall’incontro di inizio stagione al Robilant. Le parole di Fabrizio: <Buona sera e benvenuti, siete qui, siamo qui per vincere>. Ecco tra il dire e l’aver fatto, sono passati mesi di lavoro, difficoltà, anche contrasti, uscite e arrivi in squadra. Alcune sconfitte per capire che non poteva essere tutto troppo facile. Un anno che resterà come messaggio per le vite di questi ragazzi. Perché è vero, nel viaggio conta il percorso. Ma se in porto ti attende un premio significa che con l’impegno, la fatica, con quello che hai condiviso con ciò che hanno quelli al tuo fianco, ebbene si può fare. E si può anche se non è facile. Non è sempre così, altrimenti la vita sarebbe una favola e però questi momenti sarebbero banali. Invece è “soltanto” una meraviglia da non mollare. E il basket ti aiuta, perché è sempre bene citare il genio folle e determinato di Marco Crespi: <La pallacanestro alla fine si riduce all’ultimo atto, a un dentro e fuori. Hanno inventato il basket perché la vita da sola non basta>. Sì, ricorderanno di questa sera i ragazzi. Non è serie A, ma i successi da giovani ti aiutano anche quando perderai. Ricominceranno, i ragazzi, a fine estate. Perché ne vale la pena, perché certe emozioni non le trovi in ogni angolo della strada. Alla prossima. Perché non è finita, è appena cominciata.

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