STEFANO E FABRIZIO, DIECI ANNI DOPO

25/05/2008, PalaEinaudi, Moncalieri, gara 3 semifinali play-off C1. Al termine di una serie tirata e caldissima Stefano Comazzi si alza dalla panchina di Moncalieri per festeggiare la vittoria e il passaggio del turno. Dopo tre partite combattute la sua squadra ha eliminato l’Auxilium di coach Spanu. 18/02/2018, PalaMandela, Firenze, finale Coppa Italia Dopo due mesi incredibili, tra cambi di allenatori, silenzi, polemiche, addii e arrivi, la Fiat Auxilium Torino conquista il primo trofeo della sua storia, battendo Brescia dopo una gara incredibile. Dalla panchina giallo-blu si vede correre coach Galbiati in mezzo al campo, alle sue spalle esulta Stefano Comazzi, associate head coach della compagine torinese.

Negli stessi istanti coach Spanu si trova a 55 km da Firenze,  a San Miniato, sulla panchina di Moncalieri assapora il gusto amaro di un’altra sconfitta. Tra le due esultanze sono trascorsi dieci anni, una vita sportiva. Un’eternità se si pensa che quella del 2008 fu l’ultima gara dell’Auxilium prima di essere accantonato, per poi sparire nel giro di una stagione. Stefano Comazzi ha vissuto tutte le fasi e le trasformazioni che hanno portato quella Moncalieri a far rinascere il torello. Ha visto prima l’ultima recita di Torino e poi  il primo trofeo, in un paradosso temporale incredibile.

25/05/2008 , PalaEinaudi, Moncalieri, gara 3 semifinali play-off C1 Sulle tribune del PalaEinaudi troviamo Fabrizio, nome di fantasia, un ragazzo innamorato dell’Auxilium che ha appena dovuto digerire l’ennesima delusione degli ultimi anni. Non può immaginare che da lì a pochi giorni avrebbero cancellato la squadra per cui da anni macinava km e soffriva , sperando un giorno di rivederla sui palcoscenici più alti. Pensa che ormai ci è abituato alle delusioni, preparandosi ad un’altra estate di mercato e sogni.

18/02/2018 Piazza Crispi, Torino, ore 2.00 Io e Fabrizio siamo fuori da una pizzeria, è tardi ma lui ha l’adrenalina (cit) a mille, l’Auxilium è in finale di Coppa Italia per la prima volta nella sua storia. Poche ore di sonno e partirà per Firenze, non si può mancare ad una partita del genere. LUI non può mancare a questo appuntamento con la storia, non dopo gli anni in giro per i palazzetti del Nord inseguendo il ritorno alla grandezza. Lo prendo in giro, gli dico che è pazzo, ma lui mi blocca. “Non capisci” – mi dice- “è una fede, non c’è nulla di razionale in questo.” Lo dice con un’emozione negli occhi genuina, autentica, quella di chi ne ha passate troppe per non vivere un momento simile. Concordo, non c’è nulla di razionale negli ultimi due mesi dell’Auxilium, così come non c’è nulla di razionale in queste final8 o negli ultimi possessi della Leonessa in finale. Quando Moss sbaglia il tiro del pareggio sono sul divano a casa mia, gioisco anche io per la vittoria pur non essendo un vero e proprio tifoso. Sono contento perché la squadra che indossa i colori della mia città ha vinto un trofeo, sono contento per tutte quelle persone che lavorano dietro le quinte e che hanno potuto festeggiare dopo due mesi difficili. Sono contento perché il basket è sulle bocche di tutti a Torino, perché magari domani i bambini vorranno essere Vujacic e non Dybala. Sono contento per Fabrizio che può finalmente esultare, buttandosi, forse, definitivamente alle spalle le amarezze di dieci anni prima. E’ stata una vittoria di pura emozione per l’Auxilium e i suoi tifosi. Con la speranza che questa coppa possa essere una spinta a completare i passi che portino Torino a completare il suo percorso di crescita. Sperando possa essere una spinta per tutti quelli che lavorano nel basket torinese a fare sempre meglio, sfruttando il ritorno di immagine che la Fiat ha generato vincendo. Questo successo non cancella tutti i fatti successi prima di Firenze, ne deve far cambiare la prospettiva con cui li abbiamo visti e giudicati. Sono stati commessi errori, anche gravi, peggiorati da atteggiamenti sbagliati e poco adatti ad una società come quella che l’Auxlium vorrebbe diventare. Questo a Fabrizio non lo dirò, me lo ha detto anche lui, non gli interessa. Per lui l’Auxilium è emozione e in quanto tale non si può spiegare, ma solo vivere. Allora lasciamolo emozionare, se lo merita.

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